L’arte di Roberto Panichi
Prendendo spunto dalle opere di Roberto Panichi esposte nel giugno luglio del 2009 a Palazzo Vecchio nella Sala d’Arme,presentazione di Antonio Paolucci e a cura di Stefano De Rosa,in occasione di un’esposizione preventivata l’anno dopo,Cristina Acidini scriveva:”Avere Panichi in queste belle sale [del Battibecco a Impruneta] accoglienti significa ospitare,per un pubblico appassionato e selettivo,uno dei massimi artisti attivi a Firenze,che ha portato e porta nel terzo millennio il patrimonio di una carriera lunga,intensa, prestigiosa,coerente pur attraverso le trasformazioni del tempo e dell’età.Un viaggio attraverso la pittura di epoche e civiltà diverse,quello di Panichi,un viaggio mentale ininterrotto -reso possibile da una vastissima cultura artistica e letteraria- dove ogni spunto e ricordo passa dal filtro della visione originale e autonoma del pittore,che tutto scompone e riaggrega salvando l’integrità dello sguardo: il suo,e anche quelli degli occhi fermi e assorti dei protagonisti. Gloria di colori in libertà,in apparenza,ma con la guida di un disegno interiorizzato e sublimato a livello di pensiero progettuale,di apripista invisibile per la mano che traccia,graffia,campisce.In questi scenari di ampiezze insondabili,dove le tinte si scontrano e si fondono in gamme fantasmagoriche,la figura umana balza in evidenza nel suo tutto o nelle sue parti -anche ridotta alla testa sola ed erratica,come di decollato- indipendente e trascorrente,densa e trasparente.Un’aura antica dà ad alcune tele la suggestione di ritrovamenti,come dagli scavi d’un’ improbabile Pompei del nostro tempo. La pittura di Panichi pare infatti aver conosciuto il fuoco e ogni altro cataclisma,salvo uscirne,con la vittoria dell’arte.Auguri quindi all’artista…per questa bella mostra che è un grande evento per l’Impruneta e per Firenze”.
Testimonianza di Alviero Moretti
“A Roberto Panichi,grande amico,grandissimo Artista,uomo colto e affascinante dicitore di bellezze,di arte e di vita”
Alviero Moretti,dedica di La Collezione.Fondazione Ceramica Contemporanea d’Autore Alviero Moretti, 2004
Certificazione di rito
Laurea in Lettere antiche con successivi sostanziosi travasi nella storiografia e trattatistica d’arte sotto la guida di Ugo Procacci e Paola Barocchi. In allegato filosofia e teoria delle arti. Contatti non epigonali con Hans Joachim Staude,Pietro Annigoni e Primo Conti. Fasi e momenti diversi,come succede,dall’invasamento rinascimentale,con licensiosità al seguito,a modi postespressionistici. Una libera ricerca consumatasi nel confronto con le fonti,gli archetipi e il filtro di questi nella modernità. Materiali sperimentali e contenuti assolutamente fluidi. Dopo una fase di transazione,il tempo della rescissione,nessun ripensamento,contrassegni indicativi per la strada,non maestri nè pedagoghi di genio. Outsider umorale e per temperie,non faccio alcun conto della maniera e dello stile artefatto,rifiuto perciò la storia di comodo e la biografia,l’autobiografia accomodata per giunta. Solo l’opera riassume il contesto e la sua eventuale futurazione.
Curriculum in nuce
Milita nell’arte a partire dagli ultimi anni Sessanta accompagnando l’attività espositiva a quella di ricercatore insegnando Estetica nelle Accademie di Firenze e Macerata,quindi Teorie delle Arti nella facoltà di Architettura come visiting professor. Gli interessi specialistici che coltiva gli danno modo di pronunciarsi su temi di grande attualità nel dibattito mondiale,come a proposito dei discussi restauri della Cappella Sistina e della fallace indagine per il ritrovamento della Battaglia di Anghiari di Leonardo in Palazzo Vecchio sotto l’arazzeria decorativa di Vasari e assistenti della sua cerchia.Le esperienze molteplici,in sinergia con Ugo Procacci,Paola Barocchi,James Beck ha condensato in scritti tra documento e narrativa,d’invenzione e sperimentale -in primis, il romanzo ‘archeologico’ Il Guerriero diviso,la trilogia Della precarietà il senso infinito- Anna e Beatrice Mutti Andreeff.Vita sommersa di Oreste Gregoriaci – Gli aculei di Dioniso. e ultimo Il Viaggio,breve racconto ‘odoporico’ dove il protagonista,Prosseno,rispecchia ansie e sublimazioni di un utopista in fuga dal conformismo e dal quotidiano ‘disvagamento’.Un percorso vocazionale al di fuori di condizionamenti culturali e ideologici.Già nell’adolescenza rivela una spiccata tendenza al disegno espressivo e decorativo che coltiva insieme alla musica,per la chitarra classica Otello Mori e per il pianoforte Paolo Renosto con visite occasionali in casa di Rio Nardi,in via Venezia,che,colla moglie,tiene corsi di perfezionamento.In Versilia,terra dei genitori,durante i prolungati soggiorni estivi,ha modo di conoscere,ancora ragazzo,il pittore Egisto Bertozzi e il poeta scultore Garibaldo Alessandrini che fanno ‘accademie’ all’aperto,come al Quarto Platano di Forte dei Marmi Roberto Longhi,Giuseppe De Robertis,Carlo Carrà,Ardengo Soffici,cui gli capita di assistere qualche volta come allievo dei primi due.
Opere in fondazioni e musei (in Europa,Stati Uniti,Cina).Ha scritto,a sostegno di acquisizioni teoriche,dei manifesti,Espressionismo simbolico formale (1988), Il nuovo rinascimento (1985)’Ascensionismo (1984) e all’inizio degli anni Ottanta Arte solidale.Membro onorario del William Benton Museum di Storrs,Connecticut,dell’Accademia Pietro Vannucci di Perugia e di altri sodalizi culturali. Soggiorni prolungati in Olanda dove lavora per anni ad Amsterdam. Della sua inventiva e capacità di assentarsi da una ripartizione statica e reale datata è documento il Codice delle estravaganze dove condensati in 82 fogli grandi si trovano pitture,disegni,progetti di un’architettura visionaria onirica,oltre a filosofia,poesia,scienza,sistemazioni avventurose di spazi pubblici,come un Labirinto ludico e una ricostruzione ideale del Rivellino di Casole d’Elsa distrutto dai Tedeschi nel 1944.
Eventi recenti
Sala d’Arme in Palazzo Vecchio (2009),Biblioteca Magliabechiana degli Uffizi e Museo Civico di Bassano del Grappa (2014),Teatro Niccolini di Firenze (2016),Palazzo Medici Riccardi in Firenze (7 settembre-5 ottobre 2017).
Hanno trattato opere di Roberto Panichi:
Orlando (Forte dei Marmi),Gianni Zocco (Canton Ticino),Giorgio Ghelfi (Montecatini,Verona),Elisabeth Barth Hupka,Van Waning (Paesi Bassi),Muegheli Michel (Germania),Adelin Hansen (Chicago,Los Angeles),Alex Magazzini (Carmel,California),Silvia Bertetti (New York),Sergio Denti (Firenze,Lidi Estensi),Rosanna Ossola Bussi (Cina),Fondazione The second Renissance (Milano,Cina),Milena Milani (Cortina,Savona) Walter Bellini (Firenze,USA).
Dal Diario
“Nei primi anni Sessanta entro in contatto con lo scultore Marcello Tommasi in Versilia.Un fratello,Riccardo Tommasi Ferroni,è pittore nella tradizione alta accademica,il padre,Leone,scultore contemporaneo di Arturo Dazzi col quale divide gli allori durante il regime.Con Marcello ho in comune la genealogia.Poco dopo farò la conoscenza di Giovanni Acci,pittore fiorentino trapiantato a Marina di Pietrasanta.A Firenze mi avvicino per qualche tempo a Pietro Annigoni che visita la mia prima mostra alla GAI di via Tornabuoni.Al direttore,Bongi,mi aveva presentato Sergio Messini. Annigoni mi incoraggia ad andare avanti e mi suggerisce di seguire i corsi di Nerina Simi,figlia del grande verista Filadelfo,in via Tripoli.Io delibo,nel senso che decido di proseguire per conto mio. Ha inizio in questo periodo il sodalizio con Hans Joachim Staude e quindi conosco Primo Conti,ancora non ai fastigi della sua carriera,e molti artisti e figure importanti della cultura fiorentina quando sono chiamato da Giovanni Colacicchi ad assumere il ruolo di segretario dell’antica compagnia del Paiolo di cui era presidente Antonio Berti.Ricordo Roberto Salvini,Maria Luisa Becherucci,Michelangelo Masciotta,Armando Nocentini,Nello Carrara.E già era venuto a Bellosguardo a vedere i miei lavori Alessandro Parronchi.Mario Luzi ebbe da me la pisanelliana modellata ispirandomi a un verso dantesco nel palazzo dell’Arte dei Beccai,sede dell’Accademia delle Arti del Disegno,di fronte al palazzo di Parte Guelfa e a Orsanmichele.Bigongiari,altro titolare dell’ermetismo fiorentino con cui venni in contatto,nemmeno nelle ferie estive fortemarmine rinunciava alle esternazioni di vate in pianelle,alla Capannina del Franceschi,e ai dibattiti libreschi con Manlio Cancogni che da tempo si era ritirato nella terra degli Apuli.Gli consegnai il catalogo della mia mostra a villa Arrivabene.Piero abitava,nemmeno a dirlo,a due passi dalla Biblioteca Nazionale,come uno dei suoi direttori più noti,il glottologo amico Giovanni Semerano.Lo scrittore aretino Silvano Zoi lo conobbi più tardi e già da prima,a Chianciano Terme,il pugliese Nino Palumbo con il quale insieme a Nada si fece un’escursione indimenticabile a Pienza.Sollecitato da Ottavio Panaro,ricordo,gli avevo dedicato una scheda critica su uno dei suoi romanzi più noti,Pane verde.Gli avevo portato a leggere i Vacui,un racconto che in seguito rifusi nella Precarietà e che la prima volta avevo letto a Giuliano Barbieri. Incontro,in occasione di una marguttiana,Elisabeth Barth,vedova del pianista e direttore d’orchestra Felix Hupka di origini austroungariche,che mi dà modo di fare molteplici esperienze nel suo paese.Il vernissage a Rotterdam da Van Waning (ne avrò un altro non molto più tardi) inaugura l’ambasciatore Claudio Chelli che mi diventerà amico e prezioso sostenitore a Roma quando fu chiamato a occupare la rappresentanza presso la Santa Sede,a palazzo Pirro Lagorio in via delle Belle Arti. Ad essere precisi il primo evento nei Paesi Bassi fu al Centro di Cultura Italiano,ad Amsterdam. Ne era a capo il professor Sintich,versatile e acuto,che mi dà alcune dritte su come muovermi nell’ambiente. Glauco Cambon,ben noto italianista che insegnava in una università americana,vede le mie tavole ispirate alla Divina Commedia esposte nel Palazzo Corsini,sul lungarno omonimo,dove era venuto a presentare una sua edizione in inglese delle poesie di Michelangelo.Mi chiede di trasferire in America l’intera collezione,di cui aveva scritto un ‘eccellente recensione Rodolfo Gattai sulla Nazione, per esporla al William Benton Museum e qui si trova tuttora. E’ un grande successo,Cambon mi manda frequenti ragguagli in merito,mette in cantiere altre esposzioni around colleges e musei con un catalogo adeguato.Muore improvvisamente durante un picnic,me ne informa la moglie Marlie. Alla metà degli anni Ottanta faccio la conoscenza della scrittrice e giornalista Milena Milani che mi introduce nel suo mondo artistico letterario. Rivedo la serata sulla terrazza Bellonci a Roma e poi a villa Giulia per il premio Strega,le manifestazioni a Cortina,Venezia,Franciacorta,Albisola Marina dove la Milani risiede negli ultimi anni. Lo scrittore casentinese Vittorio Vettori mi fa conoscere la fondazione milanese che aveva sede a villa San Carlo Borromeo a Senago.Ne derivarono interessanti sviluppi come la trasferta di mie opere a Pechino e alcune importanti pubblicazioni sulla mia attività,Ciò che resta dell’avvenire.Cinquemila anni di scrittura.,a cura di Armando Verdiglione e Fabiola Giancotti, Roberto Panichi/Masaccio nella collana bifronte L’Arca sempre dell’editrice Spirali,con un importante scritto di Vittorio Vettori,Roberto Panichi di Shen Dali e Dong Chun, Milano Spirali,2009 e nel 2006,Il Guerriero diviso,romanzo scopertamente autobiografico.C’erano stati i rapporti con Pino Curioni,industriale di Lodi diventato un mio collezionista importante dopo la mostra al Forte da Orlando,poi con Gianni Zocco nel Canton Ticino e Giorgio Ghelfi che gestiva le gallerie di Verona e Montecatini e che mi segnala ad Alviero Moretti della fondazione l’Antica Deruta. Sempre in occasione dei periodici soggiorni ad Albisola lavoro con le Ceramiche San Giorgio di Giovanni Poggi,storico collaboratore,già dagli anni Cinquanta,tra altri,di Fontana,Asger Jorn,Lam,Agenore Fabbri,Milena Milani tutor dietro le quinte Carlo Cardazzo che per la Milena aveva fatto follie.E già coltivavo iniziative con la fondazione Collodi,il museo Ferruccio Lamborghini di Argelato Bologna e altre istituzioni culturali,come Siena 82 ideata da Gilberto Madioni,i Toscani nel Mondo poi rifluiti nell’ambizioso quanto dèmodè e velleitario sodalizio del Sacro Romano Impero e dell’Accademia romana del Mediterraneo che ne fu un collegato.A riconsiderare oggi la strada fatta,la linea che mi sembra emergere è caratterizzata,nei vari momenti,dallo stimolo a sperimentare e tentare strade nuove,non ripetitive,con materiali anche non canonici,di riporto,e tecniche estemporanee.Il punto di partenza,secondo me,di un’arte non convenzionale. Agli esordi mi colloco grosso modo nella tradizione,è qui che faccio esperienza ma con non poche licenze e omissis pur rielaborando talora il mito o temi letterari. Negli anni Ottanta e seguenti approdo a forme marcatamente stilizzate che inclinano quasi all’astrazione,una pittura non esente da suggerimenti simbolici e onirici. Dopo il 2000 ho utilizzato schemi,particolarmente nei grandi/formati,dove/i/temi/sono/giustapposti/in/una/sorta/di/paratassi/visiva(Destrutturazioni,Morfologie) e il colore è del tutto arbitrario (opere a Milano,villa San Carlo Borromeo,e a Palazzo Vecchio).Recenti opere il Codice delle Estravaganze,(vd.sopra),l’Evangeliario dell’arte,un excursus di poetica,iconografia,teologia in merito alla tipologia dell’Ultima Cena,tema per il quale avevo disegnato un centinaio di teste e studi vari per una realizzazione monumentale a Milano,in seguito disattesa; il Codice d’Ippocrate, 120 fogli dei quali 50 istoriati,che contengono passi di testi trascelti dal Corpus Hippocraticum con commenti miei e digressioni di vario genere,e ,ultima ,la maniera nera delle Sequenze Orfiche. Martirologio della follia, esposte a Palazzo Medici Riccardi contrassegnate da un intellettualismo concettoso che in qualche modo prosegue,con altri esiti,la seconda parte del Codice ippocratico,Palinsesto o della follia. Nel maggio 2018 porto a termine una cartella di 24 fogli dedicata all’alta moda, Marco Polo e la via della seta. Il foglio I è introduttivo e spiega le ragioni dell’iniziativa.Ultimo catalogo,in vista di una esposizione nel Palazzo Comunale di Rignano sull’Arno,Incunaboli,dedica ideale agli spiriti magni Masaccio,Marsilio Ficino,Ardengo Soffici che ebbero i natali nel Valdarno.
Testimoni critici
Cristina Acidini,Umberto Baldini,Joachim Burmeister,Alberto Busignani,Maria Luisa Becherucci,Vittorio Abrami,Antonio Berti,Gastone Breddo,Francesco Bandini,Stefano Benedetti,Maria Bernardini,Raffaello Bertoli,Mario Bucci,Massimo Di Volo,Stefano De Rosa,Enzo Fabiani,Carlo Frittelli,Rodolfo Gattai,Paolo Gestri,Lodovico Gierut,Fabiola Giancotti,Antonio Paolucci,Massimo Guastella,Jan Juffermann,Elena Lombardo,Pier Francesco Marcucci,Francesco Mazzoni,Maria Minghetti,Nicola Nuti,Mario Pisani,Francesco Butturini,Glauco Cambon,Manlio Cancogni,Mercedes Matos Carrara,Shen Dali,Dong Chun,Raffaele De Grada,Thomas Galdy,Gerhard Ewald,Stefano Francolini,Francesco Gurrieri,Bert Meijer,Milena Milani,Tommaso Paloscia,Roberto Salvini,Piercarlo Santini,Joachim Jakob Staude,Giovanni Semerano,Pier Carlo Santini,Antonio Saccà,Claudia Sugliano,Ladislao Spinetti,Arrigo Bencini Tesi,Armando Verdiglione,Vittorio Vettori.